La recente riapertura della Cina e la conseguente ripresa del turismo cinese avrà un impatto positivo sui consumi domestici e internazionali.
Sebbene in una prima fase questo fenomeno riguarderà maggiormente il mercato locale, dove sempre più brand stranieri hanno rafforzato la propria presenza, lo shopping travel tornerà ad essere un driver rilevante nella spesa globale già a partire dalla fine di quest’anno.
In questa prima fase di apertura il turismo cinese è lentamente ripartito e le destinazioni più richieste sono Singapore, Corea del Sud, Hong Kong, Giappone e Thailandia, più facilmente raggiungibili perché più vicine.
In Europa i controlli in ingresso, il timore degli elevati contagi ancora presenti in Cina e la mancata ripresa regolare degli interscambi aerei rallenteranno la ripresa dei flussi turistici rispetto ai ritmi pre-pandemia. Tuttavia alcuni segnali forti ci dicono che il flusso verso l’Occidente possa ripartire con tre mesi di anticipo rispetto alle previsioni (la stima iniziale era per seconda metà dell’anno) per poi assistere ad un graduale ritorno alla normalità verso la fine del 2023.
Il “revenge shopping” inteso in senso più ampio anche come bisogno di tornare a godersi la vita, soprattutto per quanto riguarda i consumatori più ricchi e sofisticati, rappresenterà sicuramente una spinta per tornare a viaggiare, soprattutto in Europa.
Nonostante ciò, per quanto irrinunciabile, il travel shopping difficilmente raggiungerà i livelli pre-pandemia in tempi rapidi. E questo per molteplici fattori.
Il “rimpatrio dei consumi” è certamente uno di essi, ma non l’unico: incentivato in questi ultimi anni dal Governo con la creazione di duty-free hub, come Hainan, che hanno guadagnato terreno non essendo soggetti a limitazioni ed essendo raggiungibili anche dai consumatori senza passaporto.
Le persone sono cambiate. Ci troviamo di fronte a un consumatore che appare più confuso e diffidente in merito alla situazione economica attuale e futura della Cina, complici i numerosi licenziamenti, le difficoltà e i tempi più lunghi nel trovare un nuovo impiego. Il risultato: un consumatore più selettivo che pesa maggiormente le scelte di acquisto. Tornerà a spendere, ma più razionalmente, sarà più attento alla qualità dei prodotti e alla loro funzionalità e, quando viaggerà, punterà ad ottenere esperienze esclusive e personalizzate di alto livello.
Negli ultimi anni, i brand hanno investito molto nell’aumentare e migliorare la loro presenza in Cina. Pertanto, l’opportunità di viaggiare per accedere alle novità e ai prodotti e servizi non presenti nel mercato locale non costituirà più un bisogno impellente come negli anni passati. Inoltre, il fenomeno del “Daigou 代购 (“comprare per conto di”) sta sensibilmente ri-prendendo piede a ritmi accelerati proprio grazie alla riapertura delle frontiere. Dunque, i consumatori continueranno a comprare dai brand europei, in particolare del Lusso, ma restando a casa.
Le aziende overseas potranno però beneficiare del fenomeno “Daigou Travel” trasformandolo in un’occasione per aumentare la propria notorietà e reputazione presso il consumatore cinese. Dovranno, infatti, impegnarsi nel migliorare la shopping experience con servizi sempre più innovativi, esclusivi, personalizzati e coinvolgenti che il nuovo consumatore cinese – più selettivo e disincantato di prima, ma tuttavia ancora molto sensibile al bisogno di show-off e alla condivisione dello status con il proprio network – non potrà trovare in Cina.
Solo nel 2024 si prevede che assisteremo nuovamente ad un bilanciamento tra la percentuale di acquisti in loco e overseas. Per tutti questi motivi, per i brand internazionali sarà sempre più importante investire localmente – dove la domanda interna non potrà che crescere – e contemporaneamente prepararsi al ritorno dei nuovi turisti cinesi in Europa, forti di una capacità di acquisto più elevata e allo stesso tempo con aspettative più alte.
Immagine di apertura tratta da Unsplash @yousefalfuhigi