Il mercato del caffè in Cina nel 2022 ha raggiunto un valore di circa 70 miliardi di dollari e si stima raggiungerà circa 150 miliardi di dollari entro la fine del 2025, con previsioni di crescita annua a doppia cifra.
Al momento i giovani consumatori residenti nelle città Tier 1 e 2 rappresentano la target audience più importante. Contemporaneamente si sta registrando una richiesta sempre maggiore anche dai cittadini delle città di livello inferiore, aumentando così i margini di crescita previsti per il settore.
La bevanda viene molto apprezzata da Millennial e Gen Z non solo per il suo sapore, ma anche per le proprietà legate alla concentrazione e alla perdita di peso e per il suo rimando diretto al western lifestyle tanto ricercato da questa fascia della popolazione.
Infatti, il consumatore cinese non si limita all’acquisto del prodotto, ma vuole vivere l’esperienza che bere un caffè comporta. Sedersi in un coffee bar con degli amici o studiare in caffetteria sono diventate abitudini sempre più popolari, e questo è dimostrato dal numero sempre maggiore di punti vendita che stanno comparendo in Cina.
Parlando invece dei gusti accanto ai più conosciuti espresso, cappuccino, americano o caffè macchiato, si sono diffuse moltissime altre bevande in cui il caffè non è più il protagonista ma che rispondono maggiormente alle preferenze locale, e che le aziende che vogliono entrare nel mercato non possono sottovalutare.
In questo contesto, c’è spazio per le aziende italiane?
I dati sembrano parlare chiaro. Le esportazioni di caffè delle aziende italiane in Cina sono aumentate del 61,8% tra il 2020 e il 2021 posizionando così l’Italia nella top 10 dei Paesi esportatori.
Inoltre, il caffè italiano è conosciuto e apprezzato soprattutto per la sua alta qualità e le caratteristiche organolettiche, posizionandolo come un prodotto premium.
Immagine di apertura tratta da Unspalsh @reo